Incontro con Maylis De Kerangal. Intervista di Fabio Gambaro
Nella città impossibile di Coca, in un immaginario West contemporaneo, sulla sponda del fiume e ai margini della giungla e della storia tutto può cominciare a muoversi e a pulsare, tutto può cambiare per l'arrivo del Ponte e degli uomini e delle donne che lo faranno nascere. Attorno a quel potente magnete confluiscono le linee di forza dei destini incrociati di uomini e donne, visti fotograficamente in campo lungo come massa eroica al centro di una storia corale o zoomati fino al primissimo piano, nel dettaglio puntuale delle vite più diverse, nella geometria lucida come un teorema delle passioni. Ma vera protagonista di queste pagine, insieme al Ponte, è l'incredibile lingua che lo plasma. Lingua "poietica", lingua necessaria e senza sbavature. Lingua capace, nel flusso inesausto delle parole, di nominare e scoprire le cose.