Jorie Graham è nata a New York nel 1950, è cresciuta in Italia e ha frequentato scuole francesi. Dopo aver studiato Filosofia alla Sorbona di Parigi, ha continuato gli studi alla New York University e si è quindi dedicata alla poesia. La sua scrittura è impregnata di arte e cultura europee. Di lei hanno detto: “Scrive come un’europea di origine americana”. Ha insegnato nell’università dell’Iowa e attualmente è ordinario di Retorica e Oratoria all’università di Harvard, prima donna a ricoprire questo ruolo nel prestigioso ateneo. Tra le sue numerose raccolte poetiche ricordiamo The Dream of the Unified Field: Selected Poems 1974-1994, che ha ottenuto il premio Pulitzer per la poesia nel 1996. Ha curato le antologie Earth Took of Earth: 100 Great Poems of the English Language (1996) e The Best American Poetry (1990). John Ashbery l’ha definita “uno dei migliori poeti che scrivono oggi”. James Tate ne ha sottolineato “la stupefacente intelligenza”. La poesia di Jorie Graham è una combinazione di fiero intelletto e passione. Risponde alle domande fondamentali – cioè quelle che riguardano il mistero dell’essere, i confini del sé, la natura del significato – nel linguaggio dei sensi. Un desiderio incessante di vedere, una fame di comprensione, si riflettono in immagini di scavo, di penetrazione del bello alla ricerca del vero, anche quando si sa che la ricerca è senza speranza. Allo stesso tempo, la Graham diffida della spinta alla soluzione, e molte sue poesie resistono a qualunque conclusione, perché il pensiero è più importante della conoscenza. Nell’introduzione all’antologia The Best American Poetry 1990 la Graham ha scritto: “Ogni poesia è un atto della mente che cerca – attraverso la precisione della vista, dei sentimenti e del pensiero – di ripulire il linguaggio delle bugie diffuse, di renderlo capace di connetterci al mondo”.