Flavio Santi (15/03/1973, Alessandria, residente ad Albuzzano). Oltre alla presenza in antologie (Nuovissima poesia italiana, Mondadori, 2004; Parola plurale, Sossella, 2005), ha scritto alcuni libri di poesia, tra cui Rimis te sachete (Marsilio, 2001), Asêt (Barca di Babele, 2003), Mappe del genere umano (Scheiwiller, 2012); i romanzi Diario di bordo della rosa (PeQuod, 1999), L’eterna notte dei Bosconero (Rizzoli, 2006), Aspetta primavera, Lucky (Socrates, 2011, candidato al Premio Strega 2011), Il tai e l’arte di girovagare in motocicletta (Laterza, 2011); i racconti La guerra civile in Italia (Sartorio, 2008). È tradotto in molte lingue, dall’inglese al coreano.
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Quella foto di Bertold Brecht
sigaro in bocca, giacca di cuoio:
cosa dice? dove va?
Che il proletariato è morto?
Che siamo incapaci di rivoluzioni?
Non saprò mai come è andato
a finire quel mio sogno su io
che sono partigiano ma ho paura,
imbraccio il fucile col senso di morte
ma scappo tremando, mi pare di ricordare.
Ma se abbiamo paura della morte in sogno,
questo sembra sussurrare Brecht,
dal cartone ingiallito della stampa,
vita assassina come farò
a chiamarti bellissima?
Questionario