Alessandro Mistrorigo (Venezia, 1978). Ha vissuto e lavorato all’estero, dal 2004 in Spagna, a Madrid e a Barcellona, e dal 2007 a Londra, in Inghilterra. Da metà 2012 si trova in Italia. È traduttore letterario e dal 2005 collabora con la casa editrice Sinopia, per la quale ha tradotto e curato le raccolte Hagion Oros (2007), Quartine (2008) e Versi liberi per Venezia (2010) del poeta colombiano Armando Romero e il breve saggio Il regno dell’esilio (2011) dell’autrice venezuelana Marina Gasparini Lagrange. Con la stessa casa editrice ha pubblicato la raccolta Quel che resta dell’onda (2008). È co-fondatore del progetto poetico dopotutto [d|t] che si occupa di scrittori e scritture del ‘dispatrio’. Suo è il progetto Phonodia.
E-mail: [email protected]
Sito web: http://phonodia.unive.it
ho parlato con Ilja, Vladimir e Petr,
e ho anche la mia K. per capire.
parlano di te, di quanto restavi
lì seduto di spalle alla finestra,
la panca a capotavola, quel posto
in questa taverna nel centro basso
della tua stare miesto.
dicono che anche negli ultimi tempi
sei stato qui a bere, a parlare, poco,
mandando via malamente le donne
che si avvicinavano per l’autografo
adoranti e asettiche, benestanti
curiose di storie e di appartamenti
con i libri tenuti sotto al braccio
a mo’ di lasciapassare.
solo la malattia ti ha tenuto
lontano, la tua tigre dorata,
ti sei diradato, come la volta
che Ilja, il giovane Ilja, dovette
portarti all’ospedale.
anche là, ricoverato da giorni
da giorni avevi preso l’abitudine
di sedere accanto ad una finestra
dove davi il pane scuro ai piccioni
da dove, dicono, hai sbriciolato
anche la gravità.
attorno al fumo, il sigaro di Petr,
non ci crede nessuno, all’incidente.
(inedito)