Ivan Pozzoni è nato a Monza nel 1976, e abita a Brugherio. Ha diffuso molti articoli dedicati a filosofi italiani dell’Ottocento e del Novecento, e diversi contributi su etica e teoria del diritto del mondo antico; collabora con numerose riviste italiane e internazionali. Tra 2007 e 2013 sono uscite varie sue raccolte di versi: Underground e Riserva Indiana, con A&B Editrice, Versi Introversi, Androgini, Mostri, Galata morente, Carmina non dant damen e Scarti di magazzino con Limina Mentis, Lame da rasoi, con Joker, Il guastatore, con Cleup, Patroclo non deve morire, con deComporre Edizioni; tra 2009 e 2013 ha curato una decina di antologie poetiche. Tra 2008 e 2013 ha curato 22 volumi collettivi di materia storiografico filosofica e letteraria; tra 2009 e 2012 sono usciti i suoi: Il pragmatismo analitico italiano di Mario Calderoni (IF Press), L’ontologia civica di Eraclito d’Efeso (Limina Mentis) e Grecità marginale e suggestioni etico/giuridiche: i Presocratici (IF Press). È direttore culturale della Limina Mentis Editore; è direttore de L’arrivista - Quaderni democratici; è con-direttore de Il Guastatore – Quaderni «neon»-avanguardisti; è direttore esecutivo della rivista internazionale Información Filosófica; è direttore delle collane Esprit (Limina Mentis), Nidaba (Gilgamesh Edizioni) e Fuzzy (deComporre Edizioni).
E-mail: [email protected]
CARMINA NON DANT DAMEN
La storia di una moneta non interessa a nessuno
due facce mai tanto ardite da vedersi in faccia:
su un lato impressa l’effigie d’una regina,
austera, drappeggiata di sete e assetata di drappi,
sull’altra l’immagine di un menestrello, vestito d’un manto di terra,
circonfuso dall’aurea tristezza dei canti di guerra.
L’incanto d’amore si trasforma in moneta
due mani, sistemata con cura e artigiana,
si stringon le mani, e due visi, due occhi meteci
si sporgono dai rilievi del rame,
tenendosi vivi, abbracciati, sospesi nel vuoto,
l’uno a osservare l’amenità di un reame
dove corrono liberi i fiumi, sorridono i fiori,
rivestito di boschi e di frutti in eterno,
l’altra a guardare l’inferno.
La mia arte è impotente
a lanciare incantesimi tanto influenti
da tener senza tempo sospesi nel vuoto due volti,
mescolando in fucina i due mondi
in un unico mondo in cui menestrello
e austera regina si armonizzino a fondo.
Menestrello, continua a cantare
il tuo inutile canto col cuore spezzato,
in attesa che frammenti di lacrime
si rimettano in circolo
nel sangue d’un amore smezzato.
Questionario