Massimo Gezzi è nato a S.Elpidio a Mare (FM) nel 1976 e risiede a Berna, dove lavora come Assistente alla Cattedra di Letteratura italiana dell’Università. Ha pubblicato Il mare a destra (Atelier 2004) e L’attimo dopo (Sossella 2009, Premi Metauro e Marazza Giovani, pubblicato in Spagna da Quálea), più la plaquette trilingue In altre forme/En d’autres formes/In andere Formen, con traduzioni di J. Aerne e M. Vischer. Per Mondadori Ha curato il Diario del ’71 e del ’72 di E. Montale e Poesie 1975-2012 di F. Buffoni. È uno dei fondatori del sito letterario Le parole e le cose. Traduce dall’inglese.
E-mail: [email protected]
Sito web: http://ilmareadestra.wordpress.com, www.leparoleelecose.it
Mattoni
Se volessi un mattone dovresti prendere
un mattone, per rabberciare una muraglia
o per tappare una buca
in un pavimento a lisca di pesce.
Un mattone: un solido che vive dentro tre
dimensioni, pesa, al tatto sembra
ruvido o poroso, e lasciato ammucchiato
assieme ad altri per lungo tempo fa
da nido a millepiedi, ragni e forbicine.
Un mattone che esiste, che spaccato col martello
fa tac una volta sola, un suono bello,
di mattone, secco, preciso.
Un mattone conta più delle parole
che lo imitano appoggiandosi
una sopra l’altra.
Io con la poesia vorrei fare mattoni.
(da L’attimo dopo, Luca Sossella Editore, Roma 2009).
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