Stefano Salvi è nato a Varese (24/8/1975), dove vive. Dal 2004, dirige con A. Broggi e I. Testa L’Ulisse (www.lietocolle.com/ulisse). Ha curato l’antologia Il presente della poesia italiana (LietoColle 2006), con C. Dentali. Ha pubblicato l'e-book Il seguito degli affetti (Biagio Cepollaro E-dizioni 2006) e Le insidie/Neumi (LietoColle 2007; pref. Gianni Turchetta). Ha vinto la sezione “Raccolta inedita” del Premio Lorenzo Montano (XXIII edizione) con Primizia di creature (Anterem Edizioni 2009). Parti del suo La spoglia di apparizione sono in Registro di poesia #3 e #4 (Edizioni d’if).
Nondimeno nel tuono si compie
il nome del grano, in queste cose fra la bocca dei morti:
qui, preme con lo squarcio lo strato delle api
che distende la spiga,
e non un rumore, e non un fondo di foglie
a vedere il cielo che sostenta
di quel sale vasto dell’insetto, della figura vagamente inoppugnabile
che danno sul terreno gli scopi estranei alla vita degli alberi,
e dove arderai il cuore.
Scheggia il tocco ripetuto
dell’erbaio: qualcuno, più d’uno, ha,
dall’incandescenza del palmo,
l’invenzione delle radici, che feconda; poco è
avvolto in sogno nella
specie delle ossa.
La condizione di amato non ha nome.
Chiusa nella tua bocca, temi
che la forma del bacio possa fare cadere, e farti infrangere
la terra e trascinarti infine.