L’edizione 2019 sarà naturalmente legata al ventennale di pordenonelegge e offrirà l’occasione per tracciare una “fotografia” della città a partire dalla sua “linfa” vitale, le associazioni di quartiere, che ne compongono il più vivace tessuto e sono un radar per captare i mutamenti delle società. «Per questo – spiega il presidente della Fondazione Pordenonelegge Giovanni Pavan – abbiamo raccolto la proposta del Comune di focalizzare su questo leitmotiv, in vista della terza edizione del progetto legato ai Quartieri di Pordenone. La loro storia e la loro evoluzione esprime bene la stretta correlazione fra le vicende individuali e il progetto condiviso di un impegno sociale. Un’area della “vita vissuta” dove lo scambio di lavoro e sentimenti si fa reale, lontano dalle logiche social di una vita sempre più immaginata e rarefatta». «I quartieri e le loro comunità sono il cuore pulsante della nostra città, costituiscono un sicuro punto di riferimento per la nostra amministrazione - afferma l’Assessore comunale alla Cultura del Comune di Pordenone, Pietro Tropeano – Per questo motivo con questo progetto dedicato e grazie alla collaborazione con pordenonelegge, li abbiamo voluti coinvolgere come protagonisti e come interlocutori diretti, ma anche attraverso il loro rapporto indispensabile con le associazioni. Queste ultime ci aiutano a “leggere” i quartieri e allo stesso tempo a dare risposte. Questo progetto crea un circolo virtuoso tra cittadinanza, associazioni, amministrazione comunale e un centro di produzione culturale di prim’ordine come pordenonelegge».
“Che si fa stasera? Le attività delle associazioni nei quartieri. Gli ultimi vent’anni e oggi” titola il progetto, che si articolerà in otto confronti aperti con le associazioni dei quartieri di Pordenone. Per scoprire, attraverso interviste sapientemente guidate, i cambiamenti sociali e culturali avvenuti negli ultimi vent’anni, e le prospettive del futuro immediato. Momenti di irrinunciabile autocoscienza per chi ha a cuore l’anima della città.
«Studiare l'impatto che il festival ha esercitato in due decenni sulla formazione culturale e sulle scelte di vita di tanti giovani o sul cambiamento delle opinioni e delle percezioni di autori, editori, intellettuali e giornalisti è di capitale importanza – sottolinea Guido Guerzoni, manager culturale e docente all’Università Bocconi - troppo spesso questi aspetti vengono ignorati o sottaciuti. Studiarli significa scavare in profondità le radici che Pordenonelegge ha messo nel territorio, per comprendere da dove vengono i tanti frutti cresciuti in vent'anni di intensa attività».