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A pnlegge2016 Suor Rosemary Nyirumbe
Una donna «contro» i signori della guerra. Una suora che ha accolto e riscattato oltre duemila ragazze schiave sessuali di miliziani feroci. Una religiosa che ha «conquistato» gli Stati Uniti per il suo impegno umanitario. Per il Time è tra le 100 persone più influenti al mondo.
Suor Rosemary Nyirumbe sarà uno dei grandi protagonisti internazionali della 17^ edizione di pordenonelegge, in programma dal 14 al 18 settembre con 43 anteprime letterarie e oltre 300 eventi in cinque giorni (il programma completo sul sito pordenonelegge.it). Il tour italiano di presentazione toccherà poi altre città come Torino, Modena, Verona, Padova, Riva del Garda.
Cucire la speranza. Rosemary Nyirumbe, la donna che ridà dignità alle bambine soldato è il titolo della biografia in libreria dal 1 settembre, con prefazione di Toni Capuozzo, pubblicata per l’Italia da Editrice missionaria (pp. 240, euro 17.50), firmata a quattro mani da
Reggie Whitten, l’avvocato americano cofondatore dell’associazione no profit Pros for Africa, con la giornalista
Nancy Henderson, firma di testate come
The New York Times e
The Chicago Tribune.
Venerdi’ 16 settembre, alle11.30 nell’Auditorium dell’Istituto Vendramini Suor Rosemary sarà in dialogo con la giornalista Lucia Capuzzi, della redazione esteri dell’Avvenire e Premio Luchetta 2014. Grazie a diversi premi ricevuti
suor Rosemary è diventata un personaggio di primissimo piano a livello mondiale: ospite dei maggiori talk statunitensi, ha
incontrato più volte l’ex presidente Usa Bill Clinton che ne appoggia l’impegno, e la figlia Chelsea, che l’ha visitata in Uganda, sostiene che «Suor Rosemary è indubbiamente la persona che ha fatto di più per aiutare le vittime dell’Lra». «Quella di suor Rosemary è una straordinaria avventura umana», afferma il giornalista
Toni Capuozzo che firma la prefazione della biografia in Italia.
E Forest Whitaker, Premio Oscar per L’ultimo re di Scozia, spiega: «i traumi che suor Rosemary guarisce sono insondabili, ma la portata del suo amore è senza limiti». Il coraggio e l’azione di suor Rosemary sono oggetto del
documentario «Seewing Hope» che sarà trasmesso su
Tv2000 a settembre: sono
oltre duemila le ragazze che Rosemary (tramite l’educazione e il lavoro)
ha «liberato» dall’Lra, il Lord’s Resistence Army, la milizia del sanguinario Joseph Kony che per decenni ha insanguinato il Nord Uganda e il Sud Sudan. Proveniente da una famiglia cattolica, Rosemary già quindicenne decide di diventare religiosa per dedicarsi ai poveri. Il noto medico missionario
Giuseppe Ambrosoli la volle come
prima assistente in sala parto come ostetrica nell’ospedale di Kalongo, nel distretto ugandese del West Nilo. In seguito Rosemary si laureò e prese un master in Etica dello sviluppo all’Università dei Martiri dell’Uganda. Nel 2001 ecco la svolta: suor
Rosemary prende la guida della scuola di Santa Monica, a Gulu, epicentro delle violenze dell’Lra. Incontrando le ragazze che la frequentano, scoperchia il
dramma di migliaia di bambine rapite, schiavizzate come oggetti sessuali dai miliziani, brutalizzate per farle diventare a loro volta soldati efferati attraverso omicidi, atti di violenza inaudita come l’assassinio di genitori e fratelli. Rosemary inizia da lì un lungo e paziente lavoro di
accoglienza, recupero, riscatto personale per queste ragazze: le va a cercare nella savana, mette annunci sulle radio locali, fa girare il passaparola: a Santa Monica c’è posto e accoglienza per quante vogliono ricominciare a vivere. A queste ragazze suor Rosemary
insegna l’arte di cucire e di cucinare. La professionalità della scuola di Santa Monica diventa un caso in Uganda e non solo:
oggi le borse prodotte a Santa Monica vengono vendute in tutto il mondo come pezzi unici di artigianato di alta classe; suor Rosemary fonda la
Sister United, azienda per l’esportazione di questi prodotti molto ricercati. Rosemary Nyirumbe è la testimone di una società civile che cresce ed è pronta a guidare il Continente africano su una strada di autonomia. Tutto questo non piace a chi vuole usare le giovani per i propri scopi truci: suor Rosemary è stata
più volte minacciata e la
sua vita è ogni giorno in pericolo. Il racconto di
Cucire la speranza restituisce un’incredibile storia di fiducia, compassione e solidarietà di una religiosa che opera e si impegna secondo uno slogan quanto mai efficace:
«La fede è meglio praticarla che predicarla».