«L’idea di questo progetto di scrittura è nato nei giorni del lockdown, dal desiderio di essere vicini ai ragazzi – racconta Valentina Gasparet, curatrice di pordenonelegge - Volevamo rimetterli in movimento, invitandoli a immaginare il loro futuro quando tutto sarebbe finito. L’idea era quella di creare un luogo dove potessero raccontarsi e raccontare il loro "dopo", la voglia di ritornare a respirare». L’evento su piattaforma Zoom, sabato 19 settembre, sarà introdotto da Alessandra Merighi, insegnante dell’Istituto Flora e “anima” del progetto, con il dott. Maurizio Mascarin, responsabile dell’Area Giovani CRO. Ospite speciale sarà, dopo la lettura di alcuni brani, lo scrittore Giuseppe Catozzella che dialogherà con i ragazzi.
I testi inviati dai ragazzi sono emozionanti e restituiscono la drammaticità del periodo pandemico: “Il pensiero di un domani incerto ci farà abbracciare più vicino al petto queste fragili vite di mosche che amiamo così tanto”, racconta Fariha Farque dell’ISISS Casagrande di Pieve di Soligo (Treviso). “Caro futuro, sì, quando tu busserai alla porta noi saremo lì pronti ad accoglierti a braccia aperte, magari anche con una buona pizza fatta in casa. Saremo uomini diversi” scrive Gaia Signaroldi, del Liceo Colombini di Piacenza. E Virginia Levi, del Liceo Musicale Gambara di Brescia, osserva: “Forse, se avessi saputo cosa vuol dire essere rinchiusi in casa per mesi, Avrei apprezzato il sole e la pioggia sulla pelle, e le mattine assonnate sugli autobus. Forse, se avessi saputo che un brutto periodo si supera, Avrei avuto più speranza. Ma ti giuro, che se avessi saputo che quell'abbraccio era l'ultimo, Ti avrei stretto un po' più forte”. Andrea Toscano, dell’IIS Flora di Pordenone racconta: “temevo di dover rinunciare a tutti gli obiettivi che da tempo mi ero prefissato e nel frattempo uno stato di profonda angoscia mi turbava in continuazione la mente; niente aveva più senso. Ma proprio quando tutto sembrava ormai perduto ho capito che solo la determinazione poteva condurmi verso le mie mete. Ho ripreso ad allenarmi con la rabbia che ancora ardeva nel cuore”. Scrive infine Elisabetta Pichini dell’Area Giovani CRO di Aviano: “ansia e paranoie il mio pane quotidiano, naso e bocca tappati, comunico con gli occhi (…) Immagino così un mondo che, nonostante le sue turbolenze e i lunghi periodi di pausa, riprenda a girare intorno al sole, e noi, centrati, prendiamo il posto della stella luminosa. Brilliamo di luce propria, troviamo il centro. Mi sento una stella luminosa, saprò ri-creare il mio equilibrio”.